NOTTI IN AEREOPORTO: ESPERIENZE DI VIAGGIO INDIMENTICABILI



Viaggiando qua e là capita spesso per un motivo o per l’altro di passare la notte in Aereoporto, che io reputo uno luoghi dei più sicuri al Mondo, sempre ben tenuto, sorvegliato costantemente da guardie e di polizia. Infatti io mi sentirei al sicuro in Aereoporti di qualsiasi parte del Mondo. E’ quando varchi la porta di uscita, che veramente sei entrato nel Paese e cominci a viverlo, con tutte le gioie, dolori, problemi, rischi, difficoltà ect. che ti si possono presentare. Insomma io lì, mi sento come a casa e mi muovo con disinvoltura e sicurezza, mi rilasso, mangio, bevo, dormo, usufruisco di servizi igienici sempre strapuliti, conosco gente proveniente da ogni parte de Mondo. Potrei raccontare molte esperienze in merito ma ne ho scelte 5 che reputo le più significative:

  1. VIAGGIARE IN SOLITUDINE SI’ MA CON L’ORSACCHIOTTO.
E’ successo a Singapore Changi, uno degli Aereoporti più grandi del Mondo, dove transitano Voli provenienti e diretti da e per ogni parte del Mondo. Qui notai diverse donne e ragazze di varie nazionalità, sole come dei cani, a volte stese in terra o su scomode panchine in ferro, che vivevano la notte con tranquillità, senza paura. Cose da pazzi. Ma poi eccola la chicca che mi rimarrà impressa per tutta la Vita: una ragazza sui 20 anni circa, Occidentale, sola più che mai anch’essa, con un seguito di valigie adatte per andare sull’Universo, sdraiata su una panchina che abbracciava forte un’orsacchiotto gigantesco, che occupava il volume doppio del mio zaino (l’unico bagaglio che avevo per fare il giro del Mondo). Cose da non credere.





2. UN PIANTO IRREFRENABILE PER TUTTA NOTTE

Ero in centro a Dublino e stavo aspettando, l’ultimo bus per l’Aereoporto. Ad un certo punto arriva; salgo. Dopo di me, una ragazza prima di salire abbraccia gli amici e non si stacca più. L’autista del bus attende dapprima paziente e poi alterato. Finalmente lei, tipica Irlandese dal fisico robusto sale, con lo zaino impossibilmente gigantesco e con la sua inseparabile chitarra. L’autobus quindi parte con un ritardo incolmabile. La ragazza davanti a me comincia a piangere   irrefrenabilmente. Le lacrime scendono con la stessa veemenza delle cascate di Valbondione. Non c’è verso di fermarle. I singhiozzi cominciano ad accompagnarle. Tutti su quel pulman si accorgono di lei, ma nessuno fa niente per porgerle una parola di conforto per le seguente motivazioni:
·        eravamo solo in tre: io, lei e l’autista;
·        L’autista avrebbe voluto farlo ma era giustificato dalla scusa che stava guidando e inoltre era ancora furibondo per il ritardo irreparabile che la ragazza aveva causato;
·        Io avrei  voluto farlo ma non sapendo mezza parola dell’inglese di Dublino ho preferito evitare di incartarmi in una faccenda troppo complessa.
Per fortuna arrivammo a destinazione visto che quella cascata incessante di lacrime stava rendendo la situazione imbarazzante per tutti.
Mi portai subito all’interno dall’Aereoporto dove già stavano dormendo altre persone e mi accasai. Ma eccola apparire affaticata e distrutta dal pianto la Ragazza Irlandese, con la sua inseparabile chitarra, il suo enorme zaino e zainetti e valigette varie al seguito. Si stabilì anch’essa nella zona notte dell’Aereoporto lontana da me, ma ben visibile dalla mia postazione. La faccia rossa segnata dal pianto incessante, i singhiozzi continui. Nessuno gli porse una parola di conforto. Ognuno aveva già i suoi problemi a cui pensare . La ragazza telefonò a qualcuno, parlò piangendo logicamente e poi ancora un’alta telefonata e così avanti. Il pianto irrefrenabile per ore, sempre più sola verso una meta che non è dato a sapersi. Le ore passano, le persone intorno a me e lei cambiano, ma niente: inesorabilmente rimaneva lì con lo sguardo perso nel vuoto, con la faccia scavato dal pianto incessante. Poi finalmente arrivò l’alba; l’Aereoporto si animò, io mi diressi verso il controllo sicurezza, porgendo un ultimo sguardo verso la ragazza Irlandese. Niente da fare, tutto invariato, quelle lacrime continuavano a sgorgare inesorabilmente.


3 IN AEREOPORTO BAGNATO DALL’IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

Ero impegnato nel mio giro del Mondo, quando mi capitò di passare la notte all’Aereoporto di Honolulo alle Haway. Visto il clima sempre mite esso è  coperto ma non presenta alcuna chiusura sul lato strada. Decisi di sdraiarmi sulla panchina in cemento ubicata sul lato sopra specificato, dove è vero che arrivava parecchia aria fresca ma lì era possibile stendere le gambe a differenza delle panchine in ferro, ben più scomode, ubicate verso l’interno in luogo più riparato dal vento. La mia scelta non fu condivisa da nessun altro viaggiatore (c’è sempre un motivo per tutto nella vita). Non erano ancora passati 10 minuti (avevo appena chiuso gli occhi) che partì, senza alcun preavviso, l’impianto di irrigazione delle aiuole adiacenti alle panchine in cemento, che mi fecero una bella doccia fresca. Bagnato più che mai e infreddolito raggiunsi gli altri sulle ben più scomode banchine in ferro con i braccioli. La mattina seguente al controllo di sicurezza, il poliziotto mi chiese perché io indossavo, 2 maglioni, 1 giacca a vento e 1 spolverino, quando tutti gli altri viaggiatori portavano magliette a maniche corte. Piegai la testa.






4. UNA FRANCESINA GUERRIERA

Capita spesso di trovare di notte all’Aereoporto, ragazze che partono per mete incredibili e difficili, sole più che mai ma con una forza e una determinazione incredibile. Un esempio per tutti è rappresentato da quella ragazza francese appena maggiorenne in partenza per il Marocco dall’Aereoporto di Francoforte Hahn,.Con una naturalezza incredibile si stese sul pavimento più freddo di un frigorifero e passò tutta la notte lì. Cose incredibili, da non credere.




5.      UNA NOTTE IN AEREOPORTO CHE PUO’ COSTARE TANTISSIMO

Stavo consumando la mia tranquilla notte all’Aereoporto di Roma Fiumicino, quando si presentò una tranquilla Famigliola con 2 figli piccoli. Si sedettero accanto a me e la donna, cominciò a insultare il marito colpevole a suo giudizio di aver trascinato di notte in Aereoporto 2 bambini piccoli. Continuò così per ore, inveendo contro il Marito sottomesso con un accanimento e una crudeltà incredibili. Poi esausto e umiliato, dovette cedere botta e i 4 se ne andarono. Non so’ poi come sia andata a finire ma spero per lui che il Matrimonio sia salvo.

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