NON C’E’ DUBBIO: PUNTA DEL VENEROCOLO MT. 3.323 E’ L’UNICA VETTA DEL GRUPPO DELL’ADAMELLO CHE SEPPUR SUPERANDO I 3.300 MT., LA SUA ASCESA PUO’ ESSERE CONSIDERATA ESCURSIONISTICA. INUTILE DIRE CMQ CHE NON E’ UNA SPAESATA COME PUO’ ESSERE QUELLA AL SOTTOSTANTE RIFUGIO GARIBALDI.

Di seguito  riporto le fotografie, la mappa con la traccia in verde e la relazione dell’ascesa. 



RELAZIONE DELL’ESCURSIONE A PUNTA DEL VENEROCOLO MT. 3.323

UBICAZIONE: VAL CAMONICA - GRUPPO ADAMELLO.

TEMPO TOTALE TRA ANDATA E RITORNO: 9 h 30’ circa.

DISLIVELLO:  1.750 mt. circa.

DIFFICOLTA: EE


PUNTO DI PARTENZA: Malga Caldea mt. 1584 in Provincia di Brescia - raggiungibile in 2 ore e 15’  (118 Km) di macchina da Brescia. Imboccare la Statale n. 510 per la Val Camonica e proseguire verso nord immettendosi pochi chilometri prima di Darfo Boario Terme sulla S.S. 42 proveniente da Bergamo. Giungere così dopo 95 km in centro ad Edolo. Lì svoltare a destra seguendo le indicazioni per Ponte di Legno e proseguendo sempre sulla S.S. n. 42 . Superare i comuni di Incudine e Vezza d’Oglio e pervenire in 17 in centro a Temù, dove si svolta a destra seguendo le indicazioni per Malga Caldea. La strada scende leggermente ed in questa fase sono presenti diverse diramazioni. Seguire sempre per Malga Caldea e cominciare a salire in Valle d’Avio in direzione sud sempre su strada asfaltata aperta al traffico. Dopo qualche chilometro si incontra un’altra biforcazione. Stavolta, seguendo le indicazioni per il Rifugio Garibaldi, abbandonare la strada asfaltata prendendo quella sterrata a sinistra. Essa sale  a tornanti  nel bosco, disagevole e sconnessa e in pochi chilometri porta al grande parcheggio adiacente a Malga Caldea dove ha inizio l’escursione.

PICCOLA DESCRIZIONE SOGGETTIVA DEL PERCORSO,  CON INDICAZIONE DELLA DIFFICOLTA', DEI TEMPI DI PERCORRENZA CAI, DEL DISLIVELLO:
Panoramica e lunga escursione nel gruppo dell’Adamello. Da Malga Caldea, si prosegue a piedi passando alla base dell’alto gradino roccioso che sbarra la valle, per poi risalire sul fianco opposto lungo la strada che, da un po’ di anni, ha sostituito la storica, aspra mulattiera, detta “la Segosta”. La nuova strada chiusa al traffico, che si inerpica ad ampi zig-zag, è riservata ai mezzi di servizio che salgono agli impianti idroelettrici dei laghi d’Avio.
Raggiunta “la Palazzina” (1904 m; ore 0.50) nei pressi del Laghetto dell’Avio si prosegue in direzione sud alla base del Corno di Mezzodì lungo la strada sterrata pianeggiante che costeggia la sponda occidentale dei laghi artificiali creati nel fondovalle tra le due guerre. Il panorama è decisamente mutato: la vallata, specialmente verso la testata, si amplia in una vastissima conca contornata da alti monti.
Tra essi spiccano: la Cima Plem, sotto la quale si nota la grande diga del Lago Pantano, l’Adamello, con le sue vertiginose pareti nord e ovest e, sull’opposto fianco della valle, le cime dei Frati, della Calotta e di Salimmo.
Con la comoda strada pianeggiante si percorre prima la sponda occidentale del Laghetto dell’Avio (1869 m) e poi quella del ben più vasto Lago d’Avio mt 1900.
Si risale quindi il breve gradino che porta al Lago Benedetto (1929 m) e si continua in piano, incontrando subito dopo la Malga di Mezzo e il bivio con il sentiero n. 35.
I laghi della Valle dell’Avio (escluso il Laghetto, oggi non più utilizzato) alimentano la centrale idroelettrica di Edolo, una delle più potenti in Italia (1000 MW).
 La salita a zig-zag offre scorci panoramici sui bacini appena costeggiati e, in qualche punto, anche sulla spumeggiante cascata formata dal ruscello che scende dal pianoro sovrastante, su cui si trova Malga Lavedole (2044 m; ore 1,40).
Nei pressi di Malga Lavedole si estende un’ampia zona paludosa, detta anticamente “Lavizol”. Il pianoro di Malga Lavedole è dominato dalla vetta dell’Adamello e dal vicino, imponente massiccio del Baitone.
Volgendo lo sguardo a valle, al di là dei laghi artificiali e al di là dei monti che formano il fianco opposto della Valcamonica, emergono sullo sfondo le bianche cime del Gruppo dell’Ortles-Cevedale. Continuando lungo il sentiero n° 11, segnato con tratto bianco e rosso, ci si inoltra nell’ampio ripiano, lasciando sulla destra Malga Lavedole, e poco più avanti si attraversa il torrente che scende dalla Val di Venerocolo.
 Si riprende a salire, per lo più tra cespuglietti di rododendro ferrugineo con radi larici e cembri; poi, guadagnato un centinaio di metri di dislivello, si prosegue per un buon tratto in piano fino all’inizio del cosiddetto “Calvario”. Significativo nome della ripida, assolata mulattiera di guerra che si inerpica a zig-zag sul fianco della VaI di Venerocolo verso il Rifugio Garibaldi.
 L’Adamello, intanto, è sempre più vicino e maestoso con le sue superbe pareti, alte quasi 1000 metri, e sempre più ampio è il panorama sulla testata della valle, dove spicca la grande diga del Lago Pantano.
Oltre all’Adamello coronano il vastissimo anfiteatro la Cima Plem e il massiccio del Baitone, che si protende verso nord con la rupestre catena di cime che termina con il Monte Avio e il Corno di Mezzodì. Continuando la risalita del Calvario compare, in alto, la diga del Lago Venerocolo, mentre contro il cielo si delinea il profilo del Corno Bianco e del profondo intaglio del Passo Brizio: è la porta per i grandi ghiacciai e per la vetta dell’Adamello.
Quando il pendio si attenua ci si affaccia alla Conca del Venerocolo dove sorge la chiesetta della Madonnina dell’Adamello, eretta durante la prima guerra mondiale, e dove si trova il lago artificiale del Venerocolo. Immediatamente prima del rifugio Garibaldi mt. 2550, sulla nostra sinistra troviamo il bivio del sentiero n° 42 che conduce verso il Passo Venerocolo mt. 3141 (cartello metallico).Il sentiero transita dietro il rifugio, sale in diagonale in direzione del passo, è ben segnalato, si svolge prevalentemente fra pietraie e chiazze di verde; si sposta poi a sinistra per superare il gradone glaciale che contorna il lago Venerocolo, supera un tratto morenico ripido con dei tornanti, per poi proseguire, per un breve tratto, proprio sull'estremo del gradone glaciale.
Gira quindi a sinistra affrontando la grossa morena che ricopre tutto il canalone che scende dal passo; per un lungo tratto si transita a sinistra del vallone, nel tratto in cui si fa più ripida la salita ci si sposta sulla nostra destra, e superato un gradino si segue poi al centro fino a raggiungere il passo, dove inizia la Vedretta del Pisgana.
Proseguiamo sulla nostra destra secondo la linea di massima pendenza, fino a raggiungere lo spartiacque del monte Venerocolo verso la Val d'Avio; lo seguiamo immersi in una pietraia granitica.
La cresta nord – ovest è ampia e semplice e si stringe soltanto nel tratto in cui resistono i resti di un baraccamento, ma senza creare nessuna difficoltà. Proseguiamo poi fino a raggiungere dopo 5 ore 30’ lo spiazzo esistente sulla ampissima e panoramica sommità della Punta del Venerocolo mt. 3323 dove sono presenti resti militari.
La vista da qui è affascinante: si domina la parte alta del ghiacciaio del Mandrone, si è di fronte alla catena di monti che vanno dalle Lobbie al monte Fumo e al Corno di Adamè, si intravede la vedretta di Adamé; si ha proprio di fronte sia il corno Bianco che l'Adamello, del quale si può ammirare la parete Nord ed il ghiacciaio del Venerocolo.

Dalla parte opposta, si domina il ghiacciaio del Pisgana, la catena di monti che vanno dal corno di Bedole al monte Narcanello da una parte e da cima Salimmo alla Calotta dalla parte opposta, al Monte dei Frati. Discesa per lo stesso itinerario di salita. 







































































































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