Gli escursionisti e gli Alpinisti del CAI di Coccaglio (Bs), tradizionalmente, in passato hanno concentrato le loro forze soprattutto scalando le Montagne della Val Camonica, attratti più che mai dal famosissimo Gruppo dell’Adamello.
Le stupende montagne delle Orobie in Provincia di Bergamo (Bs), con quasi 400 vette sopra i 2.000 mt e con tre vette sopra i 3.000 mt (Pizzo Coca mt. 3052, Pizzo Redorta mt. 3038 e Pizzo di Scais mt. 3038), anche se ubicate molto più vicino a quelle del Gruppo dell’Adamello da sempre sono state un po’ tralasciate dai Coccagliesi, un po’ come se fossero poste “oltre le colonne d’Ercole”, andando da quelle parti raramente magari solo per salire sulle famosissime vette del Pizzo della Presolana Occidentale, Pizzo Arera, Monte Alben, ect.
Poi però negli Anni 80, quando l’Italia era in pieno Boom Economico arrivò al CAI di Coccaglio (Bs), Gianni Barboglio che cambiò un po’ la Storia degli eventi.
Provenendo da Milano, sciatore accanito, era dotato di una mentalità ben diversa dai Coccagliesi, visto che i Milanesi hanno tradizioni montane ben diverse, essendo ubicati in una posizione geografica del tutto differente dai Bresciani e frequentando pertanto oltre all’affezionato Monte Resegone, alle Grigne e alla Valtellina, anche le non lontane Orobie Bergamasche.
Fu così che, anche per i motivi sopra descritti, Gianni Barboglio, dal nulla (prima aveva frequentato le montagne praticamente solo per sciare), cominciò ad oltrepassare le Colonne d’Ercole scalando numerose Montagne delle Orobie Bergamasche in Val Seriana, Val Brembanba e Val di Scalve, dove nessun Coccagliese aveva mai osato prima e trascinando così alcuni militanti del CAI che spinti dall’entusiasmo lo seguirono.
E’ così che Gianni Barboglio creò un precedente e da allora tantissimi Coccagliesi si sono riversati sulle amatissime Orobie.
Sono passati molti anni da quel tempo, tantissime cose sono cambiate e ormai si è dissolta questa ostilità e diffidenza verso le vicine Orobie che esisteva prima degli anni 80.
Quindi tantissimi Coccagliesi compiono escursioni domenicale sulle Orobie, alcuni dei quali anche sulle più dimenticate.
Io, che comunque ho passato diversi anni della mia vita sulle stesse, ma in un tempo differente, e che pertanto purtroppo non ho mai avuto il piacere e l’onore e mai lo avrò di scalare una Vetta Orobica con Gianni Barboglio, l’ho comunque immaginato al mio fianco quando, nell’ormai lontano anno 2004, impegnato più che mai tentavo la rischiosa scalata pomeridiana al Pizzo Arera, da Valcanale (Bg), una montagna massiccia e imperiosa, simbolo delle Orobie, con la sua sagoma inconfondibile, ben visibile da Coccaglio (Bs) e dalla pianura bresciana, che sicuramente, Gianni Barboglio aveva scalato diverse volte prima di me.
Riporto pertanto di seguito il video di quel caldo pomeriggio di inizio Settembre, la mappa con la traccia in verde, le fotografie e la relazione dell’ascesa.
DESCRIZIONE DELL’ASCESA AL PIZZO ARERA MT. 2.512, PARTENDO DA VALCANALE, CON PERCORSO AD ANELLO.
ALTITUDINE MASSIMA: mt.. 2.512
UBICAZIONE: Val Seriana - Orobie Orientali
DISLIVELLO: mt. 1.500.
TEMPO TOTALE: 7 ore 30’ (5 ore solo l’ascesa).
DIFFICOLTA’: EE.
PICCOLA DESCRIZIONE SOGGETTIVA DEL PERCORSO, CON INDICAZIONE DELLA DIFFICOLTA', DEI TEMPI DI PERCORRENZA CAI, DEL DISLIVELLO:
Bellissimo itinerario che percorre, nel finale, il roccioso versante nord -est dell’imperioso Pizzo Arera mt. 2512, molto frequentato dagli escursionisti d'estate.
Il percorso che vado a proporre è uno dei più lunghi e non è di certo banale nel finale.
Dal parcheggio prendere la mulattiera con segnavia n. 220 che sale ripida nel bosco in direzione nord - ovest fino a giungere dopo 1 ora ai mt. 1.410 del Rifugio Alpe Corte (30 posti letto).
Da lì prendere il facile sentiero segnato n. 218 che sale regolare in direzione sud – ovest, dapprima in mezzo al bosco e poi in campo aperto.
Si giunge così dopo un’altra ora abbondante al Lago Branchino mt. 1.784 e al sovrastante omonimo Passo (mt. 1.821).
A questo punto bisogna proseguire per sentiero segnato in direzione sud fino a toccare, dopo circa mezz’ora, la croce in ferro posta nei pressi della Bocchetta di Corna Piana mt. 2.076, ubicata a ovest della parete rocciosa dell’omonima Vetta.
Successivamente, seguendo sempre le indicazioni per l’Arera, è necessario perdere quota scendendo nella bellissima conca ricompresa tra la parete nord del Pizzo Arera mt. 2.512 e quella sud della Corna Piana mt. 2.302, per poi risalire nuovamente fino a giungere dopo 40 minuti circa al Passo di Corna Piana mt. 2.130.
Dal valico, seguire l’indicazione scritta in giallo indicante “Pizzo Arera” e salire pertanto sulla evidente e ampia spalla ghiaiosa, che diventa sempre più ripida fino a quando la stessa viene interrotta da una parete rocciosa.
Importante è seguire sempre gli evidenti bolli di colore giallo e rosso.
Quindi il tracciato piega decisamente a sinistra consentendo di evitare il salto che si presenta davanti agli occhi.
Successivamente si deve affrontare un traverso esposto.
Superato lo stesso ci si immette all’interno di un lungo e ripido canalino roccioso, con passaggi di 1° grado
Terminato lo stesso, andare a sinistra, dove si deve affrontare un ampio ma molto scivoloso canalone.
A circa metà dello stesso, lo si abbandona seguendo i bolli pervenendo così ad uno sperone roccioso che presenta un passaggio di 1° grado.
In ultimo si deve risalire un ripido pendio ghiaioso che in breve conduce, dopo quasi 5 ore alla croce in ferro della sommità del Pizzo Arera mt. 2.512.
Panorama fantastico a 360°, che spazia sul Monte Alben, Corna Piana e tantissime altre cime Orobiche.
Ritorno per il medesimo itinerario di salita, fino al Passo di Corna Piana mt. 2.130, dove a destra si prende il sentiero n. 218, che scende regolare in direzione nord – est.
Successivamente si perviene sulle abbandonate piste di sci che conducono a Baita Vaghetto.
Trascurare il sentiero n. 243 a destra per il Passo del Re e proseguire a sinistra ancora sulle piste di sci fino a giungere all'abbandonata Casa Montana per le Diocesi Lombarde e agli abbandonati impianti di risalita.
Lì imboccare la strada asfaltata chiusa al traffico che corre a mezza costa in direzione nord – est portando in breve al Parcheggio a monte di Valcanale e chiudendo così il fantastico giro ad anello.
Mi sento coraggisamente di dire che per il CAI di Coccaglio l'intramontabile Gianni Barboglio è il Re indiscusso delle Orobie, anche se credo sia meglio che non sappia mai che sono quasi 400 vette e non solo 60/70, le più famose e frequentate!
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