UBICAZIONE: VAL CAMONICA - GRUPPO ADAMELLO.
TEMPO TOTALE TRA ANDATA E RITORNO: 9 h 30’ circa.
DISLIVELLO: 1.750 mt. circa.
DIFFICOLTA: EE
PUNTO DI PARTENZA: Malga Caldea mt. 1584 in Provincia di
Brescia - raggiungibile in 2 ore e 15’ (118 Km ) di macchina da Brescia. Imboccare la
Statale n. 510 per la Val Camonica e proseguire verso nord immettendosi pochi
chilometri prima di Darfo Boario Terme sulla S.S. 42 proveniente da Bergamo.
Giungere così dopo 95 km
in centro ad Edolo. Lì svoltare a destra seguendo le indicazioni per Ponte di
Legno e proseguendo sempre sulla S.S. n. 42 . Superare i comuni di Incudine e
Vezza d’Oglio e pervenire in 17
in centro a Temù, dove si svolta a destra seguendo le
indicazioni per Malga Caldea. La strada scende leggermente ed in questa fase
sono presenti diverse diramazioni. Seguire sempre per Malga Caldea e cominciare
a salire in Valle d’Avio in direzione sud sempre su strada asfaltata aperta al
traffico. Dopo qualche chilometro si incontra un’altra biforcazione. Stavolta,
seguendo le indicazioni per il Rifugio Garibaldi, abbandonare la strada
asfaltata prendendo quella sterrata a sinistra. Essa sale a tornanti
nel bosco, disagevole e sconnessa e in pochi chilometri porta al grande
parcheggio adiacente a Malga Caldea dove ha inizio l’escursione.
PICCOLA
DESCRIZIONE SOGGETTIVA DEL PERCORSO, CON
INDICAZIONE DELLA DIFFICOLTA', DEI TEMPI DI PERCORRENZA CAI, DEL DISLIVELLO:
Panoramica
e lunga escursione nel gruppo dell’Adamello. Da Malga Caldea, si prosegue a
piedi passando alla base dell’alto gradino roccioso che sbarra la valle, per
poi risalire sul fianco opposto lungo la strada che, da un po’ di anni, ha
sostituito la storica, aspra mulattiera, detta “la Segosta”. La nuova strada
chiusa al traffico, che si inerpica ad ampi zig-zag, è riservata ai mezzi di
servizio che salgono agli impianti idroelettrici dei laghi d’Avio.
Raggiunta
“la Palazzina” (1904 m ;
ore 0.50) nei pressi del Laghetto dell’Avio si prosegue in direzione sud alla
base del Corno di Mezzodì lungo la strada sterrata pianeggiante che costeggia
la sponda occidentale dei laghi artificiali creati nel fondovalle tra le due
guerre. Il panorama è decisamente mutato: la vallata, specialmente verso la
testata, si amplia in una vastissima conca contornata da alti monti.
Tra
essi spiccano: la Cima Plem, sotto la quale si nota la grande diga del Lago
Pantano, l’Adamello, con le sue vertiginose pareti nord e ovest e, sull’opposto
fianco della valle, le cime dei Frati, della Calotta e di Salimmo.
Con
la comoda strada pianeggiante si percorre prima la sponda occidentale del
Laghetto dell’Avio (1869 m )
e poi quella del ben più vasto Lago d’Avio mt 1900.
Si
risale quindi il breve gradino che porta al Lago Benedetto (1929 m ) e si continua in
piano, incontrando subito dopo la Malga di Mezzo e il bivio con il sentiero n.
35.
I
laghi della Valle dell’Avio (escluso il Laghetto, oggi non più utilizzato)
alimentano la centrale idroelettrica di Edolo, una delle più potenti in Italia
(1000 MW).
La salita a zig-zag offre scorci panoramici
sui bacini appena costeggiati e, in qualche punto, anche sulla spumeggiante
cascata formata dal ruscello che scende dal pianoro sovrastante, su cui si
trova Malga Lavedole (2044 m ;
ore 1,40).
Nei
pressi di Malga Lavedole si estende un’ampia zona paludosa, detta anticamente
“Lavizol”. Il pianoro di Malga Lavedole è dominato dalla vetta dell’Adamello e
dal vicino, imponente massiccio del Baitone.
Volgendo
lo sguardo a valle, al di là dei laghi artificiali e al di là dei monti che
formano il fianco opposto della Valcamonica, emergono sullo sfondo le bianche
cime del Gruppo dell’Ortles-Cevedale. Continuando lungo il sentiero n° 11,
segnato con tratto bianco e rosso, ci si inoltra nell’ampio ripiano, lasciando
sulla destra Malga Lavedole, e poco più avanti si attraversa il torrente che
scende dalla Val di Venerocolo.
Si riprende a salire, per lo più tra
cespuglietti di rododendro ferrugineo con radi larici e cembri; poi, guadagnato
un centinaio di metri di dislivello, si prosegue per un buon tratto in piano
fino all’inizio del cosiddetto “Calvario”. Significativo nome della ripida,
assolata mulattiera di guerra che si inerpica a zig-zag sul fianco della VaI di
Venerocolo verso il Rifugio Garibaldi.
L’Adamello, intanto, è sempre più vicino e
maestoso con le sue superbe pareti, alte quasi 1000 metri , e sempre più
ampio è il panorama sulla testata della valle, dove spicca la grande diga del
Lago Pantano.
Oltre
all’Adamello coronano il vastissimo anfiteatro la Cima Plem e il massiccio del
Baitone, che si protende verso nord con la rupestre catena di cime che termina
con il Monte Avio e il Corno di Mezzodì. Continuando la risalita del Calvario
compare, in alto, la diga del Lago Venerocolo, mentre contro il cielo si
delinea il profilo del Corno Bianco e del profondo intaglio del Passo Brizio: è
la porta per i grandi ghiacciai e per la vetta dell’Adamello.
Quando
il pendio si attenua ci si affaccia alla Conca del Venerocolo dove sorge la
chiesetta della Madonnina dell’Adamello, eretta durante la prima guerra
mondiale, e dove si trova il lago artificiale del Venerocolo. Immediatamente
prima del rifugio Garibaldi mt. 2550, sulla nostra sinistra troviamo il bivio
del sentiero n° 42 che conduce verso il Passo Venerocolo mt. 3141 (cartello
metallico).Il sentiero transita dietro il rifugio, sale in diagonale in
direzione del passo, è ben segnalato, si svolge prevalentemente fra pietraie e
chiazze di verde; si sposta poi a sinistra per superare il gradone glaciale che
contorna il lago Venerocolo, supera un tratto morenico ripido con dei tornanti,
per poi proseguire, per un breve tratto, proprio sull'estremo del gradone
glaciale.
Gira
quindi a sinistra affrontando la grossa morena che ricopre tutto il canalone
che scende dal passo; per un lungo tratto si transita a sinistra del vallone,
nel tratto in cui si fa più ripida la salita ci si sposta sulla nostra destra,
e superato un gradino si segue poi al centro fino a raggiungere il passo.
Proseguiamo
sulla nostra destra secondo la linea di massima pendenza, fino a raggiungere lo
spartiacque del monte Venerocolo verso la Val d'Avio; lo seguiamo immersi in
una pietraia granitica.
La
cresta nord – ovest è ampia e semplice e si stringe soltanto nel tratto in cui
resistono i resti di un baraccamento, ma senza creare nessuna difficoltà.
Proseguiamo poi fino a raggiungere dopo 5 ore 30’ lo spiazzo esistente sulla
ampissima e panoramica sommità della Punta del Venerocolo mt. 3323 dove sono
presenti resti militari.
La
vista da qui è affascinante: si domina la parte alta del ghiacciaio del
Mandrone, si è di fronte alla catena di monti che vanno dalle Lobbie al monte
Fumo e al Corno di Adamè, si intravede la vedretta di Adamé; si ha proprio di
fronte sia il corno Bianco che l'Adamello, del quale si può ammirare la parete
Nord ed il ghiacciaio del Venerocolo.
Dalla
parte opposta, si domina il ghiacciaio del Pisgana, la catena di monti che
vanno dal corno di Bedole al monte Narcanello da una parte e da cima Salimmo
alla Calotta dalla parte opposta, al Monte dei Frati. Discesa per lo stesso
itinerario di salita.
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